"La mela è una di quelle "incredibili mele e pere dipinte da Cézanne" che
Woody Allen, in Manhattan, mette tra le dieci cose per le quali vale la
pena di vivere. L'accendino è quello di Delitto per delitto: secondo
gli esperti un Ronson, modello Adonis, personalizzato. A metterli
assieme, la mela di Cézanne e l'accendino di Hitchcock, è stato Godard,
in Histoire(s) du cinema. E questo per dirci che sono ben pochi quelli
che conservano memoria della mela di Cézanne in confronto a quanti
ricordano l'accendino di Delitto per delitto. Da qui prende le mosse
questo libro dedicato alle cose che vediamo nei film, e ai film come
luoghi in cui gli oggetti quotidiani sono diventati, almeno nel nostro
immaginario, quello che sono. Non solo di caffettiere, panchine e
spremiagrumi si tratta, ma anche di una goccia di pioggia su una foglia,
della fiamma di un fuoco acceso in riva al mare, di un fossile
incastonato in una roccia.
Antonio Costa si occupa dunque di ciò che
"arreda" il mondo in cui si svolgono le storie, di ciò che sta attorno
ai personaggi: delle cose con cui i personaggi entrano in contatto e
delle cose che in vario modo entrano nella storia. E se ne occupa da
vari punti di vista: narrativo, plastico, simbolico. Indaga cioè sul
rapporto tra le cose e le forme cinematografiche: sul perché possiamo
dimenticare certi particolari della trama dei film di Hitchcock, ma non
dimenticheremo mai determinati oggetti degli stessi film: una chiave, un
bicchiere di latte, un accendino...".